Gëzim Hajdari: tre poesie da "Poesie scelte"

 





Non piangere, è il pettirosso che corre
sul ghiaccio del ruscello.

Presto fiorirà il mandorlo
e gli uccelli lirici ci canteranno
nelle vene.

Non piangere,
ho percorso la tua ferita
per raggiungerti.


***


Forse resterò io
(ombra di cane o erbamara),
tirando sassi contro il vento
nelle notti straniere.

assediato dall'edera invadente
e dai brividi umidi
della stanza sgombra,

Immobile
come il nero delle montagne
frustato dalla pioggia.

Anche il mio corpo resterà solo
con il tuo nome di carne
e di buio,
nelle mani fredde,
e con parole assurde sulle labbra.


***


Ovunque io vada in Occidente
porterò con me il mio volto scavato.

Nei miei occhi tristi,
(come in una prigione),
la mia Albania, voci perdute
e tu che ti bagni sotto altre piogge.

Forse in una giornata di pioggia
morirò anch'io,
per strada,

ucciso dai miei sassi
lanciati contro il vento.