Julia Hartwig: tre poesie da "Sotto quest'isola"




Sotto quest'isola


Sotto quest'isola c'è un'altra isola, forse più bella ancora.

Le si avvicina a nuoto una nuotatrice sorridente che in rapidissimo arco congiunge roccia aria e acqua.

Vorrei vederti da tutte le parti, mostro, frammento, burrasca, splendida follia di una mente chiara.



***



Ritorno alla casa dell'infanzia


In mezzo all'oscuro silenzio dei pini - Il grido di betulle Giovanni mette che si chiamano a vicenda.

Tutto è com'era. Niente è com'era.

Parlami, Dio dei bambini. Parlami, paura innocente.

Non capire nulla. Sempre diverso, dal primo grido all'ultimo sospiro.

Eppure anche quella era vita. E i momenti felici mi vengono incontro dal passato come fanciulle con i lumi a olio.



***



Risveglio alla luce della grazia


Mia madre è in piedi accanto al letto.

Alzati, dormendo ti sei persa milleduecento mattine assolate e una quantità infinita di mattine nebbiose. Ti stanno aspettando.

Ma non c'è nessuno. Non c'è più neanche lei. Accendo la radio per sopraffare il ricordo della sua voce.

Sull'erba si vedono tracce di brina notturna.

Durante la notte gli alberi si sono scrollati di dosso le ultime foglie.

Ma come mai c'è in me felicità e dolore nello stesso tempo.