Stefano Simoncelli: Tre poesie da "Un barelliere del turno di notte"





L'Europa è come ai tempi di guerra
e sarebbe meglio andare in letargo
in un rifugio con molte provviste
e qualche buona bottiglia di vino.

"Per le strade qui fermano tutti"
mi hanno scritto non so da dove
e all'alba ho sognato periferie
che sparivano nella nebbia
e fanali di posti di blocco
che illuminavano il niente

da dove usciva mia madre
con il cappottino rattoppato
e le scarpe distrutte dei giorni
in cui fuggiva dai rastrellamenti
tedeschi. Veniva avanti pregando

e si copriva gli occhi con le mani.



***



Non sentire più le voci
è stato il dolore potente,
continuo e insormontabile
che ho scalato con le unghie
una notte dopo l'altra a occhi
spenti, per continuare qualcosa
che somigliasse di profilo alla vita.

Dovevo andare avanti in solitaria,
controvento, sempre e comunque,
come quando arriva un'alluvione
o un'ondata anomala (le ho viste
un tempo in televisione, il Polesine,
Firenze) che si porta via ogni cosa,
tavoli, letti, libri, animali, persone

e ci si trova per caso, per sbaglio
o condanna tra i sopravvissuti
a raccattare una pentola di rame,
un piatto, una bambola o una canottiera
strisciando nel fango, nella melma,
mentre l'eco delle voci scomparse
risuonano a lutto nella memoria.

Si può andare via da quelle case
sommerse dall'acqua, distrutte,
ma non si può cambiare niente
come a quest'ora in un ospedale
della Lombardia o del Piemonte
un barelliere del turno di notte
che esce a fumare una sigaretta

nel parcheggio delle ambulanze
mentre là dentro, nelle corsie,
con lui o senza di lui, si muore.



***



Ho passeggiato qualche minuto
sotto casa tenendo il braccio
a mio padre. Era stremato,
dimagrito, e gli andava largo
un vestito nero, tutto sgualcito,
sporco di polvere e calce secca
che non avrebbe mai indossato.

"Deve avere strisciato sui muri
evadendo della quarantena"
ho pensato. Anche la voce
non era più quella dei tempi
che mi chiamava da un cortile
all'altro o in fondo allo squero,
ma stanca, sfibrata, sommessa
e di chi aveva perduto la gioia.

Pochi passi ed era scomparso
dentro una rivendita di vino.
è quello mi sta aspettando
e mi cammina sottobraccio
anche nei sogni, mi sono detto,
è la paura di essere già un'ombra
che svanisce o la sua brutta copia.