ANTICIPAZIONE | Rossella Renzi, "Disadorna" (peQuod, collana portosepolto)

 


Siamo l’occhio spalancato sul fuoco

procediamo con passi tremanti

una leggera carezza delle mani

per turbare la muta limpidezza

per rispondere al saluto dell’acqua.



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Camminiamo su questo sentiero

tra pietrisco, frammenti di ali

le impronte dei bambini

per gioco, quella voglia di fare

di inventare la fuga

il risveglio del volo.

Ma qui l’offerta è un giaciglio vuoto

la porta del tempio si spalanca

solamente a chi prega e non chiede.



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Essere nudi nel mondo

come forma che prende la materia

come carne che si pone in ascolto

quel gesto della mano che trema.



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L’inverno dura ancora pochi giorni

lo sento battere gli ultimi colpi

esalare dalla terra il respiro

nessuno sa dire dove andremo.



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Questa non è la mia casa

non ci sono fiordi, cieli pesanti

non ci sono cimiteri sul mare

dove leggere pomeriggi interi.


Non è la mia casa, non ci sono

le urne con il segreto del sonno

l’antico enigma della controra

l’abbraccio sempre nudo del vento.


È un suono lontano la casa

l’odore del mirto, dell’agrumeto

che incanta le mani bambine

i lari che vegliano all’orizzonte.