Annalisa Rodeghiero: tre poesie da "A oriente di qualsiasi origine"

 






IV.



Tuttavia ci vedevano vivi e non sapevano

né mai sapranno l'afasia di certe notti

senza dorsi di luce sulla nuca

né tu mi dirai domani al risveglio, il nome,

il nome io non ti dirò - non lo sentiranno

le madri e i figli dormiranno un sonno rispettato.

Come fossero, dei semi, l'ultimo.


E mai si arrende in noi questo volare inquieto.




***




XVI



Essendo presenti a tanto stupore, trattenere l'oro dell'alba

sui boschi ancora neri del nord, nella ferita dei venti,

delle radure il respiro - dei semi deposti dai merli.

Come torbiere custodire antiche memorie nel fondo.

Imparare dai campi riarsi, il sogno di neve.


Cancellarsi come neve, come neve crearsi.




***



XXV




Ogni distacco portava con sé una nostalgia diversa,

a volte consapevolezza d'aria

                                    fresca d'alba

era l'invito a non tardare al giorno

e piazza del campo un prodigio di sogni

primaverili a fendere il tempo,

a volte spossatezza al volo, quasi un indugio.

Avere bene in mente le rondini

                                     mi ripetevo,

andare come le rondini

come rondini tornare, e tu che m'indicavi la terra

ed era sempre porpora dove mettere i piedi

a contemplare la volta

cobalto fino a quando volano le rondini.


Fino a che età volano le rondini?