Arsenij Tarkovskij: tre poesie da "Stelle tardive"

 







E lo sognavo, e lo sogno,

e lo sognerò ancora, una volta o l'altra,

e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,

e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.


Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo

un'onda dietro l'altra si frange sulla riva,

e sull'onda la stella, e l'uomo, e l'uccello,

e il reale, e i sogni, e la morte: un'onda dietro l'altra.


Non mi occorrono le date: io ero, e sono, e sarò.

La vita e la meraviglia delle meraviglie, e sulle ginocchia della meraviglia


solo, come orfano, pongo me stesso,


solo, fra gli specchi, nella rete dei riflessi

di mari e città risplendenti tra il fumo.

E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia.




***




Presso il mare d'Azov



Uscii alla stazioncina. La ghisa riposava

tra dense volute di vapore oleoso. Era un re assiro dagli svolazzanti riccioli a grappoli.

La steppa s'aprì, e come nell'antro del vento

vi fu risucchiata la mia anima. Alle spalle

non avevo più capanne d'argilla: le torri lunari all'intorno

fluttuavano consolidandosi fin sull'orlo della terra,

la notte svolgeva da un vano all'altro

la sua tela spessa, ravvolta strettamente.

La mia giovinezza s'allontanó da me, e un sacco

mi curvó le spalle. Sciolsi le corde, e versai

il sale sul pane, e sfamare la steppa, e con la settima parte

di quanto restava saziai il mio corpo paziente.

Dormii, mentre al mio capezzale si raffreddavano

le ceneri dei sovrani e degli schiavi, e ai miei piedi stava

la coppa con le plumbee lacrime d'Azov.

Sognai tutto ciò che mi sarebbe accaduto.

La mattina mi destai, chiamai terra la terra,

e offersi il mio petto ancora debole all'arsura.




***




Come quarant'anni fa



(I)


Come quarant'anni fa,

palpita il cuore al risuonare

dei passi, e la casa con l'abbaino sul giardino,

la candela, lo sguardo miope

che non esige né garanzia

né giuramento. In città rintoccano le campane.

Albeggia. Cade la pioggia, e la scura

inzuppata uva selvatica

si stringe al muro, come uno sradicato,

come quarant'anni fa.