Gabriele Borgna: tre poesie da "Manufatti del dissesto"






Era tutto un cercare
qualche forma di aderenza
quel mio stare a lato
fissando le macerie,
una guerra di posizione
sul fronte dell'abisso.

Incominciavo a finire
costruendo respiri.



***



Con l'avvento del buio
fra l'acqua e la pietra
l'onda è un gioco di volumi
dove l'attimo straripa.

Nel grembo dell'arenile
una torma di gozzi in secca
e il morso del sale
che scarnifica.



***



Certe domeniche s'intrecciano
all'ordito delle cose
addossandosi ai paesaggi
logorati dall'attrito.
Assedio e misura
di un'età rivissuta
fra i tuoi ricci,
meraviglia di chi apprende
gli inverni al crepitio dei ceppi
eppure, ancora ignora.

In fondo al fuoco
il futuro è cenere.