Elio Pecora: tre poesie da "Rifrazioni"



Quanto parla il dolore di se stesso e, se a volte
gli giova - che s'attenua, si misura col mondo
così tanto abitato dal dolore - più spesso si denuncia,
si aggrava, fino a serrarsi in un antro scuro.

Non si pronuncia la felicità, sta ferma nell'istante,
colma, fuor di misura, di se stessa e di tutto innamorata;
dopo la pensi come una raggiera splendente, come
un dono inatteso, e di toni soavissimi accordata.



***



L'inganno non è stato muoversi in questo recinto,
ma tenere per certa una promessa bugiarda.
Quando, il meglio era lasciarsi nel vento,
accordarsi allo specchio, farsi leggero all'uscita.



***



Un altro tempo corre in questo tempo
che contiamo a minuti:
è l'ansa dove il sogno della mente
non conosce durata,
la parola che tenta se stessa
esatta, svelata.