Bruno Piccinini: tre poesie da "Credere nel corpo"



Nel tunnel


Ho disceso i gradini
della metropolitana, sono in fuga
nel tunnel artificiale del pensiero
fra intermittenze di luci e oscurità,
mi cerco al di sotto di me
nelle profondità, tra le vertebre
e le ossa della terra,
corro con le vene che mi percorrono
e circolano senza fermarsi
tra le masse e nelle cavità
alla ricerca di una porta
d'illuminazione.



***



A sua immagine


Mi ha vestito il tempo a sua immagine
e sono un corpo dentro la sua tela
sotto la tela e il filo
che la tesse.
Sono l'ostaggio anonimo
del viaggio irreversibile che compie - verso dove? -
la cronaca che vive
nelle parole che tremano e si perdono,
nei fogli silenziosi della pagina
nella fibrillazione del pensiero.
Nel vento che mi percorre il corpo
sono la forma è il luogo
della foglia che prima di cadere
incendia l'aria di colori
e si riscatta.



***



Figure-corpi


Avanzano si spostano indietreggiano
figure ai doppi vetri
visi scompaiono
che vivono di sguardi
cercano la luce della stanza
volti all'incandescenza della lampada.
Sono con loro in adiacenza
sono contiguo sovrapposto
sono lo sguardo dentro lo sguardo
il desiderio attratto dalla lampada
vivo l'istante breve necessario
a cercare l'altra luce.