Antonio Prete - Tre poesie da "Se la pietra fiorisce"



Dissonanze


Disloca il punto d'osservazione,
porta il pensiero fino all'orlo di una nuvola,
e ancora più oltre, di là dal cerchio lunare:
vedrai allora, in quelle lontananze,
che niente della terra è cancellato.
Il grido della ferita è disarmonia
delle ellissi. L'offesa dell'animale
è imperfezione nel cielo.
Per ogni pena terrestre, lentamente,
si scompone la geometria delle costellazioni.

L'indifferenza degli astri è soltanto
l'apparente fulgore dell'eterno.


***


Rosa dell'infinito


Un fagiano, l'improvviso sfrascare,
il volo verso la linea dei lecci.
Quale nodo o legge lo accorda
al vortice infiammato di un astro
che deflagra e s'inabissa?

Che cosa unisce, nell'ombra della sera,
il passo del ragazzo all'urlo dell'onda
sulla scogliera, al sonno del cane sul viale,
all'impeto del vento nel faggeto?

Dall'origine gettati nel mondo,
siamo respiro del tempo, diceva,
del suo transito verso l'oltretempo,
mentre si sfoglia e profuma la rosa
dell'infinito, e vola senza posa.


***


Analogia


E' in fiore il mandorlo all'ombra delle mura,
l'autunno lo spoglierà delle foglie
e dopo il gelo dell'inverno
tornerà presto a fiorire;
a noi è data una sola primavera,
ma con gli alberi condividiamo il vento,
condividiamo la pioggia e la luna.

Di questa analogia dicevi nel sogno:
eri affacciata al finestrino
mentre già dal binario giungeva
il fischio del capotreno
e di là dalla piccola stazione
appariva la linea del mare.