Roberto Pazzi: tre poesie da "Un giorno senza sera"



Il viaggio



Tu sei la terra che non finisce mai

e gira e torna sempre alle stagioni,

tu sei la fine della paura

che il sole non risorga

e la vita d'una colpa si spenga.

Vince il tuo canto il sapore

d'un corpo solo e prigioniero,

il timore del ritorno

alla solitudine delle stelle.

Tu sei lo spavento della bellezza

quando mi chiami e non parli,

il desiderio della fine

quando mi stringi,

il tempo che si rompe nel sospetto

d'un altro tempo tuo senza di me,

quella era arcaica ch'io non vedrò mai.

Io sono il fumo della vita

che bruciò quel tempo favoloso

e vago in te come esploratore

timoroso che l'altro, dagli antipodi,

lo preceda allo zero del polo

per piantare il vessillo del suo re.




***




Silenzio



Santo santo santo è il silenzio

amore tre volte purificato

dal fuoco del vento,

frutto del deserto

maturato dalle tenebre

per mani chiuse in cerca dell'alba.




***




Sogno di fine estate



E ci si sveglia all'improvviso

a casa sognando di ripartire,

il viaggio nel viaggio

appena ricominciato

nel cielo azzurro dei primi

di settembre, l'aria

che invita a rimanere.

È ancora presto per tornare,

potrebbe la méta dimenticarci,

potremmo mancarla, non scendere,

non sentire nel sonno il nome

della città, doppiare il capo

della notte oltre l'alba,

al gioco dei giorni barare,

a lumi spenti doppiare Capo Horn,

all'improvviso riuscire all'estate...