Giancarlo Pontiggia: tre poesie da "Il moto delle cose"




GUARDI, E TEMI


Guardi, e temi
nello stridio rigoglioso delle cose
che scrollano
da sé ogni nome

vibrano

s'impollinano, tumultuano
all'appello

di un ordine incessante.



***



VITA, MA COS'È VITA. E COS'È IL FIELE


Vita, ma cos'è vita. E cos'è il fiele
che ti prende all'improvviso, quando
contemplando un cielo che ti strugge
ferrigno, rabido, cupo, che preme
sulla calotta della mente, la tua, pensi

che niente, ma proprio niente
ti potrebbe scampare da questo
franare di ore che sembrano giorni,
e i giorni anni - sospesi come un'era
lunga, vasta, immortale - o quando, fissando
un libro che stai leggendo
da troppo tempo, ormai, senti
che i nomi si sgretolano, uno per uno, ostinati,
in polvere di suoni e di niente, e implori

un senso
unico, forte, uno
stupefacente prodigio che illumini
il buio, intediato, della mente,
la tua, di nuovo,
che si spappola

in materie straripanti, ignote, formine
colorate del mondo che intanto
si congeda in addi e ancora addii

- e senti



***



DI QUESTO VIVERE


Di questo vivere
sordo, spaesato
resta come un frammento immaginoso...
Quante fiamme che bruciano, in alto; e
quante ombre in cui ti stremi,
sostando, come siamo, tra suoni rovinosi,
in radure fulminate...